SABATO 11 – San Benedetto in Alpe (495 m) – Il termine “acquacheta” nel dialetto toscano si usa spesso per indicare una persona all’apparenza tranquilla e inoffensiva, ma che in realtà è capace di far danni, erode la roccia proprio come l’acqua di un torrente, ed è diventata famosa per la spettacolare cascata. Tuttavia questo non è l’unico aspetto interessante, esso ci conduce infatti alla Piana dei Romiti (720 m), in cui su uno sperone roccioso è posto il villaggio dei Romiti, ormai ridotto a pochi ruderi, in questa località sorgeva l’Eremo dell’ Abbazia di San Benedetto in Alpe, fondato nel 986 dal ravennate San Romualdo, fondatore dell’Eremo di Camaldoli. Era invece il 1302 quando Dante Alighieri, esule da Firenze e diretto a Forlì, sostò ai Romiti presso i Monaci. Il poeta ammirò la cascata e la utilizzò come paragone per il salto del Flegetone nel XVI girone dell’inferno. Entreremo nella valle con il sentiero 407 segnato anche come Sentiero Natura che costeggia il lato sinistro del Torrente dell’Acquacheta. Il sentiero 407 lo seguiremo per tutto il percorso, andata e ritorno, lungo la valle, sono previste anche delle soste come a Ca’ del Rospo (570 m), e in altri punti per ammirare le bellezze naturali e geologiche. Arrivati alla terrazza belvedere, vedremo difronte la citata cascata di Dante Alighieri chiamata ” La Caduta “, alta circa 90 metri e larga trenta, scesi dal sentiero vedremo subito la seconda cascata del Lavane che proviene dal Monte Lavane che confluisce nel torrente Montone. Attraversato il torrente, saliremo a mezza costa lungo una mulattiera lastricata e gradonata per raggiungere in breve tempo la quota 693 metri, punto di arrivo al belvedere superiore della cascata e alla Piana dei Romiti (720 m). Dopo aver visto tanti paesaggi verticali fatti di cascate, forre, pareti di roccia ora un paesaggio orizzontale, in forte contrasto con tutto il resto, qui è prevista la SOSTA PRANZO. Dopo la pausa, si ritorna con lo stesso sentiero a San Benedetto in Alpe (495 m), breve spostamento con il mezzo per l’Ostello Ristorante ” IL VIGNALE ” sistemazione per il pernottamento e cena.
DOMENICA 12 – Dopo la colazione, si parte da San Benedetto in Alpe (525 m) con la seconda escursione. Fatto un breve tratto di strada asfaltata sulla SS67, ci si immette svoltando a destra sul ponte che attraversa il fiume Montone, passato il ponte si svolta ancora a destra in Via Monte Gemelli, fatto qualche centinaio di metri di strada asfaltata, si imbocca sulla sinistra il sentiero 417 che sale per C. Vannello (746 m) ed a Pian delle Tavole (918 m). Arrivati al bivio lasceremo il sentiero 417 per continuare per un breve tratto sul sentiero 401 per il Monte Mandria (1042 m). Passato il monte devieremo ancora a sinistra sul sentiero 421 che scende per crinale e bosco fino alla località Bocconi (363 m) ed arrivare al famoso ponte a schiena d’asino, struttura a tre arcate, unico nel suo genere, che scavalca il fiume Montone dal XIV secolo con sotto il passaggio del fiume Montone con la cascata sottostante della Brusia, SOSTA PRANZO. Riprendiamo il cammino del ritorno (363 m) seguendo il sentiero 427 che costeggia la valle e il fiume Montone passando all’interno fra piccoli rii, boschi e ruderi di vecchie case si giunge al Rifugio Prato Bovi (450 m). Si continua passando in costante salita con dei sali/scendi e brevi tratti più ripidi e meno, fra piccoli rii, boschi e ruderi di vecchie case si giunge al Rifugio Prato Bovi. Dal il rifugio, si prosegue sempre lungo la valle fino ad uscire dal sentiero 427 sulla SS67, ancora qualche centinaio di metri di strada asfaltata per arrivare a San Benedetto in Alpe (525 m) e chiudere questa escursione autunnale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Rientro previsto a Fossombrone ore 20,00 circa.