La Cardaccia è un piccolo rilievo alle pendici nord-occidentali del massiccio del Monte Nerone: la vetta è posta a 642 metri di altezza e conserva numerosi resti del castello degli Ubaldini della Carda. Scesi dalla cresta si percorre una vecchia carrabile che sovrasta il Fosso del Molino, affluente di destra del fiume Biscubio.
Su traccia si prende una ripida salita fino ad arrivare ad un pianoro, poco prima che il prato finisca occorre svoltare decisamente a sinistra e entrare nel bosco (456 m). Inizia una leggera salita nel ceduo dominato dai carpini neri e in pochi minuti si arriva su un terrazzino panoramico (490 m). Si prosegue su stretta cresta, le piante qui sono rade e basse, si sta vicino al bordo senza difficoltà tecniche. Quando la cresta si allarga si apre la vista anche a ovest verso l’abitato di Colombara con il suo Mappamondo della Pace. Si prosegue su cresta, in alcuni tratti leggermente esposta, che punta verso la vetta, ma per raggiungerla occorre aggirarla passando a sinistra, dove il sentiero ritrova il bosco, poi un prato scosceso, poi di nuovo il bosco e infine una rampa piuttosto ripida, stretta e parzialmente esposta che conduce sul pianoro sommitale (600 m). Si svolta a destra e vecchi muri e colonne testimoniano la presenza di un grande castello veramente importante nel XV e XVI secolo, quando vi trascorse la giovinezza Federico da Montefeltro, poi Duca di Urbino. Era il celebre e temuto Castello della Carda, sede principale dei conti Ubaldini che dominavano queste terre di mezzo a cavallo dell’Appennino. Con un po’ di attenzione si può anche salire sull’aspra vetta, dove si trova una croce (642 m). Tornati indietro si procede nei prati affacciati sul precipizio che un tempo erano occupati dagli insediamenti che ornavano il castello, al limitare opposto del prato il sentiero scende a destra e va ad intersecare la vecchia strada di servizio che saliva al castello e poco dopo si incontra anche la torre di guardia. La discesa prosegue tra le ginestre e la scarpata, fino a raggiungere un viottolo (513 m), svoltiamo a destra per raggiungere il piccolo borgo di San Cristoforo di Carda con la sua chiesa che domina la valle (566 m). Torniamo sui nostri passi sulla carrareccia che fino al dopo guerra era l’unica via di comunicazione per Serravalle di Carda. Con una deviazione a destra, si lascia la carrareccia e su traccia si scende fino al fosso della Gamberaia, qui si svolta a sinistra fino a raggiungere i resti del Mulino della Carda. Poco più avanti, dopo un rudere, la traccia ci porta di fronte alla cascata del Mulino (500 m), una delle più belle di questa parte dell’Appennino: due scivoli e un’ampia e profonda marmitta, da qui il fosso prende il nome di Fosso del Mulino. Percorrendo il sentiero 231 si torna al punto di partenza, lungo il percorso il taglio di roccia ci regala stratificazioni di scaglia rossa, bianca e cinerea.
TREKKING DEL TARTUFO E GIORNATE FAI DI PRIMAVERA CON IL CAI MONTEFELTRO
Trekking con il FAI Pesaro Urbino