L’escursione inizia poco prima dell’abitato di San Vincenzo in Candigliano, si percorrono in parte carrarecce, sentieri segnati e fuori traccia.
Si imbocca una stradina che conduce a un piccolo cimitero, lo si costeggia sulla destra e si comincia a salire su traccia fino a raggiungere una carrareccia, si costeggiano i ruderi del Palazzino e si prosegue fino al bivio col sentiero 470. Qui si svolta a sinistra superando la sbarra di confine del Demanio Forestale di Monte Vicino sul Candigliano (un’area di oltre 1200 ettari) e si prosegue sul 470 su sterrato fino al bivio che scende verso Ravignana. Noi proseguiamo a destra su carrareccia, costeggiamo un’altro rudere, ex casa colonica di Cataleo, fino a una curva dove abbandoniamo la strada per inoltrarci nel bosco. Percorriamo su sentiero il crinale che funge da spartiacque tra la Valle del Candigliano e quella del Metauro. Si sale e si scende con scorci ora in direzione Piobbico e Monte Nerone ora in direzione Sant’Angelo in Vado, Carpegna e i Sassi di Simone e Simoncello. Scendiamo nel bosco versante Metauro fino ad incontrare la carrareccia (sentiero 464), svoltiamo a sinistra e proseguiamo fino un vasto campo dove, poco sotto la strada, troviamo i ruderi della chiesa di Santa Maria dei Medici. Torniamo sulla carrareccia e proseguiamo fino ad incontrare uno sterrato sulla sinistra che imbocchiamo entrando in una pineta e con l’ultima salita raggiungiamo Col Bartoccio. Il bosco si dirada per lasciare il posto a pochi arbusti, cominciamo a scendere, costeggiamo un altro rudere di casa colonica, Ca’ Orlandi, e incontriamo i primi calanchi, alcuni spettacolari, completamente dilavati e privi di vegetazione. Scendiamo fino a raggiungere la strada a fondo valle con un ultimo tratto abbastanza ripido e scomodo. Da qui con poco più di un chilometro su strada torneremo al punto di partenza.